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Visualizzazione dei post da 2009
nel Natale del Signore con Aelred
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Vedete bene quel che incombe sull’uomo: anzitutto, per un così grande orgoglio e una tal grande disobbedienza, deve farne degna soddisfazione a Dio, e quindi, deve rimettere il genere umano nell’altissima dignità in cui originariamente l’uomo era costituito essendo stato predestinato alla vita; da ultimo, deve ingaggiare contro il diavolo una battaglia decisiva non ricorrendo alla forza bruta, ma alla giustizia. Come potrà fare l’uomo per essere adeguato a tutto ciò? Egli si trova ad essere corrotto, perduto, condannato. Quale dovrà mai essere la sua umiltà per compensare ad un tale orgoglio? Quale l’obbedienza, per farsi perdonare la colpa? O come farà lui che è prigioniero a liberare chi è altrettanto prigioniero, e l’impuro come purificherà l’altrettanto impuro, Come? Oh mio Dio, questa creazione – che siamo noi – è destinata al disfacimento? “Dio ha forse dimenticato di aver pietà, o nella collera trattene le sue misericordie?” (ps 76, 10). Per nulla affatto! “Eccomi, i progetti ch...
verso Natale 3
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Oh povero Adamo, che cerchi di più? Oh ingrato, l’iniquità non ti rumina in cuore? Tu dice: No”, anzi “sarò pari a Dio” (Gn 3, 5)! Oh ingrato! Dio ti ha creato a tal modo che tutte le creature o sono tue pari o a te inferiori; solo Dio è più alto di te, e tu sei geloso di questa superiorità? Dici: “Sarò pari a Dio!”. Insopportabile orgoglio! Sei stato formato con l’argilla e il fango (Gn 2, 7) e pretendi, nella tua insolenza, di essere pari a Dio? Forse il diavolo vedendo questo pensiero folle nel la tua mente, ti ha detto: “Te lo mostrerò io: mangiate e sarete come divinità!” (Gn 3,5) In questo modo l’orgoglio ha generato la disobbedienza. Questi due peccati, l’orgoglio e la disobbedienza, sono l’origine miseranda di tutti gli altri peccati. Oh Adamo, hai mangiato! Sì, hai mangiato [il frutto difeso]! E ora, ti prego, vieni a noi con la bella tunica di pelli che indossi, lasciaci ammirare le nuove ricchezze del nuovo dio! “Ecco, Adam è diventato come uno di noi!” (Gn 3, 22). Bene, f...
verso Natale 2
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Comprendete in qual modo! Innanzitutto considerate la dignità del genere umano, la dignità con cui Dio l'ha creato. Tenete presente che questa dignità sta in tre elementi: la libertà, la potenza e la bontà. L'uomo era libero, potente e beato. Aveva una triplice libertà:la libertà di scelta, di desiderio e di utilizzo della creazione. Davati a lui stavano sia il bene che il male; la terra e il cielo; la morte e la vita, la miseria e il benessere; il mondo e Dio. Era libero di scegliere davanti a ogni cosa, come pure nell'atto del desiderare. "La carne, infatti, ha desideri contrari allo spirito" (Gal 5, 17): perché potesse volere qualcosa mosso dalla ragione e un'altra per opera della passione. Ma il desiderio lo portava verso ciò che voleva, quanto voleva, come lo voleva. Ha esercitato la propria volontà. Usò di questo mondo, infatti, così da gioirne in pienezza, per essere sempre più felice, non secondo la miserevo debolezza, o la violenza della propria avid...
sant'Aelredo ci accompagna a Natale - 1
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In altri momenti è la mia carica ad impormi di parlare; oggi me lo impone l'affetto. Ma dove trovare le parole? Certo, se tutto il mio corpo non è che lingua, non avrei la possibilità di tradurre adeguatamente i miei sentimenti. Sorprende? Considerate la grandezza di Colui che entra nel mondo "per salvare" i popoli. Guardate! Colui che riempie i cieli. Colui che è egli stesso la Sorgente del proprio splendore. Colui che nutre ogni vita per mezzo del ministero degli angeli. Colui che è la delizia degli angeli. Colui che rende tutti felici, è proprio lui l'Essere altissimo che discende fino a noi. O Signore: che cos'è l'uomo perché tu ti ricordi di lui? Il figlio dell'uomo perché tu gli renda una simile visita? Ascolta la parola del profeta: Tutte le nazioni davanti a lui non sono che un nulla, lui le considera proprio un nulla (Is 40, 17). Nulla e nessuno! Oh nulla e nessuno, dovresti proprio amare colui che per te s'è annientato divenendo nulla e nessu...
segno di contraddizione
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Ho trovato nel blog della comunità cistercense di Spig Bank USA questa foto del muro che isola Betlemme dal resto della Terra Santa. Può essere una buona meditazione per accompagnare la domanda che ieri il vangelo di Luca faceva risuonare ai nostri orecchi: che cosa dobbiamo fare?" forse un muro tra noi e la speranza. http://subtuum.blogspot.com/
amicizia
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desidero condividere con voi che leggete questo blog un momento felice della mia vita: dopo tanti anni di silenzio e di amicizia vissuta nella preghiera e nel ricordo all'altare di Dio, proprio oggi ho ritrovato mons. Giancarlo. Con lui ho condiviso esperienze molto belle negli anni di seminario a Brescia e negli anni di vita monastica a Chiaravalle milanese. Fu lui nel 77 a spronarmi a leggere e conoscere la Regola di san Benedetto, come il farmi apprezzare il canto gregoriano. Auguro anche a voi di avere amicizie che resistono alla prova del silenzio e che risultano rafforzate nell'affetto e nella stima.
et justificata est sapientia ab operibus suis
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La liturgia si incarica di diradare il dolciastro di cui l'avvento è stato anestetizzato. "Cui autem similem aestimabo generationem istam?". mt 11, 16-19 L'avvento fa la stima del nostro essere Chiesa. Sappiamo far festa? Sappiamo piangere? O anche noi cerchiamo l'apatheia? Lasciamo ad altri l'imperturbabilità, il nostro Salvatore è sanguigno e ha desiderato lo stesso anche per noi. San Paolo confessa di se stesso: mi sono fatto tutto a tutti. Sanguigni per conoscere la vita nella sua verità abbandonando le mistificazioni. Mi sembra che questo sia un utile gradino per salire alla domenica Gaudete. La sapienza sarà la maestra di canto che condurrà gli inni di domenica.
Thomas Merton
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il 10 dicembre 1968 fratel Louis (Thomas) Merton concludeva la sua parabola terrena. Mi piace ricordarlo con l'inizio di una "lettera" che scrive sollecitato dal papa Paolo VI all'uomo del mondo: "Caro fratello, prima di tutto mi scuso di rivolgermi a te, dal momento che tu non ti sei rivolto a me e non mi hai, di fatto, domandato nulla. ... Forse mi chiedi che diritto ho di avere tutta questa pace e tranquillità ... Non ho una risposta soddisfacente; però è vero quel che dice un proverbioislamico: La gallina non depone le uova al mercato ...". Trovate questo magnifico testo in Un vivere alternativo, edizioni Qiqajon Bose. Mi sembra che la citazione sopra riportata dica bene la vita del monaco: gode di una pace che lo fa responsabile e lo investe di una compassione infinita. Non ha nulla da insegnare a nessuno, ma tutto da condividere e compatire. Il fine dei gradi dell'umiltà della Regola di san Benedetto lo porta proprio a sentire compassione, come Ges...
dal sito dell'Ordine Cistercense della Stretta Osservanza
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condivido con voi questa terribile notizia: La Clarté-Dieu, Murhesa, R.D.C. Ce matin (8 décembre), nous avons appris la tragique nouvelle de la mort de Soeur Denise Kahambu Muhayirwa (44 ans). A la tombée de la nuit (7 décembre), trois hommes armés sont entrés dans l'enceinte du monastère de la Clarté-Dieu et ont suivi les hôtes à l'hôtellerie. Ils ont demandé de l'argent à Sr Denise, l'hôtelière. Elle a tenté de s'échapper et un des hommes a tiré sur elle. Les assaillants se sont alors enfuis. Deux nuits auparavant, dans une paroisse proche, un prêtre avait été tué dans des circonstances semblables. Prions pour Soeur Denise, pour sa famille, pour la Communauté de la Clarté-Dieu, et pour cette région troublée, victime de luttes.
"oltre la cristianità"
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Ascolto in questo momento da SkyTG24 un passaggio dell'onorevole Bossi. "oltre la cristianità la gente vuole la tradizione". Manca certo il contesto, sono espressioni infilate ad altre, quale sia il vero pensiero di un politico è sempre un'incognita, ma si impone una reazione meravigliata: Cosa vuol dire "oltre"? Che cos'è "tradizione"? Invito a leggere nel blog http://www-maranatha-it.blogspot.com/ una bella conferenza di don Fulvio Berti sulla recente polemica - sterile - sul crocifisso, mi piace come affronta la questione e il suo coraggio di essere lucidamente fuori dal coro. "oltre": per un discepolo di Cristo esiste un "oltre"? Credo proprio di no. E' il paganesimo sempre agonizzante e sempre ri-ossigenato che insinua la presenza di un oltre. Così come l'illusione della continua sceltra tra il bene e il male. Il discepolo di Cristo ha rigettato il male e il suo ispiratore ed ha abbracciato totalmente, completam...
5 dicembre 1999 - 5 dicembre 2009
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10 anni fa il vescovo Bassetti presiedeva nella nostra cattedrale l'ordinazione episcopale e l'immissione nel ministero apostolico il vescovo Giovanni Santucci. 10 anni di comunione dialogica intensa e appassionata. 10 anni di ansia per le vocazioni insufficienti ai bisogni delle comunità 10 anni di condivisione di evangelizzazione. 10 anni di lacrime su sacerdoti che ci hanno lasciati per il paradiso. 10 anni di ricerca delle radici storiche di questa diocesidi Massa Marittima-Piombino 10 anni di esempi che abbiamo imparato quasi a memoria, ma che poi usiamo senza farci scrupoli, e sono efficaci! 10 anni di ristrutturazioni e nuove costruzioni per comunità che vogliono dar corpo alla la propria vita in Cristo nella celebrazione del suo Memoriale e vivificate dai santi Sacramenti. 10 anni di missioni diocesane che ci hanno aiutato a leggere la Santa Scrittura e a farla amare e desiderare ai cristiani percorrendo un anno dopo l'altro un libro biblico. 10 anni che ne vogliono...
urbs fortis nobis in salutem
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Se ieri Isaia e Matteo ci mettevano a tavola, oggi ci fanno guardare intorno e ci invitano ad accorgerci del luogo dove ci troviamo. Attorno a questa città Dio-Costruttore ha edificato muros et antemurale. E' più che difesa, lì gli oppressi e i poveri possono stare al sicuro dai pericoli esterni. Ma chi salverà da quelli interni? San Matteo mette in guardia: "qui audit verba mea haec et non facit ea". Sono nella città, sto al sicuro, ma la presunzione della salvezza mi fa calare la guardia e alla parola che ho ascoltato non ho dato un corpo. Et Verbum caro factum est. Fedele è Dio in tutte le sue parole e santo nelle sue opere. Non sono io una sua parola? Non sono sua opera? Perché perdere il frutto della Sua fedeltà? Allora dirò con san Francesco Xavier: "Domine, ecce adsum; quid me vis facere? Mitte me quocumque tibi cordi est".
et faciet Dominus
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Oggi il profeta Isaia e l'evangelista Matteo ci vogliono a tavola. Isaia è pervaso da sacro timore nell'annunciare chi è che imbandisce questa mensa: Dominus exercituum. Proprio il Signore degli eserciti, quello stesso che siamo abituati a vedere terribile e che fa strage dei nemici; proprio lui prepara il banchetto e lo prepara sul monte - quasi si sente la eco del commento al racconto del sacrificio di Isacco: sul monte il Signore provvede. Ma anche all'altro monte, il Sion, "mio santo monte", sullo stesso Sion dove all'Amen del Figlio unigenito il Padre risponde strappando il velo di separazione con l'effetto che al banchetto del Signore degli eserciti ora siedono storpi, zoppi, ciechi, infermi, lebbrosi, peccatori, pubblicani, e ogni sorta di umanità che reca in sé una piaga. Dovevano restare lontani dal luogo santo per non contaminarlo e il Santo è venuto vicino a loro. Ma Gesù non vuole essere da solo a venire incontro a tutta questa umanità, vuole c...
grazie NLM
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http://www.newliturgicalmovement.org/2009/12/laetaundus-music.html il link che pubblico oggi vi farà leggere, e all'interno dello stesso blog trovate la versione audio, una sequenza per il tempo di Natale. Se si scorrono le varie strofe vi si trova una sana teologia dell'Incarnazione e dell'attesa dei popoli. Vi auguro di gustarla nel profondo del cuore.
erumpant montes jucunditatem
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Il vangelo della santa Messa di oggi ci faceva incontrare Gesù che esulta di gioia nello Spirito, la stessa letizia che percorre le antifone ai cantici evangelici. Al Magnificat, riprendendo Isaia, i monti sono tutti gioia; le colline giustizia, il Signore luce ... Dominus cum potentia venit. La potentia di Dio è nel semplice a cui sono rivelati i misteri del Regno. Ma il Semplice non è l'inetto, e neppure colui che ha una fede fanatica (aplousteroi) secondo l'espressione azzeccatissima di Von Balthasar. Com'è difficile essere del numero dei Semplici che hanno fatto tutto quanto è in loro potere per togliere l'ignoranza vincibile e non si sono ammantati "dell'arrogante presunzione gnostica dei saccenti (gnostikoi)ancora secondo l'espressione di Von Balthasar in Solo l'Amore è credibile. Signore insegnaci ad esultare della tua esultanza fino a vivere "erumpentes"!
Christo tuo venienti occurrentes
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Letture per le vigilie Isaia 1, 1-9 Aelredo di Rievaulx Sermo I In adventu Domini 1-4; CCCM IIA 3-4 Romani 1, 1-17 Luca 21, 25-28. 34-36 Occurrentes Iniziamo il tempo santo d'avvento andando incontro al Re che viene sulle nubi, dopo che i cieli si sono sconvolti, e con loro la natura che conosciamo. Occurrentes con una nuova natura, nuovi cieli e terra nuova, nuova umanità che è generata dal dolore di Dio sulla croce. Occurrentes con la libertà di amare senza condizionamenti, senza voler approvazioni di padri e madri che non hanno saputo custodire se stessi. Occurrentes con santità e giustizia. Occurrentes ... surgamus ergo strenue! (sant'Ambrogio)
entriamo in avvento
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per coloro che leggono queste piccole riflessioni rivolgo l'invito ad unirsi in preghiera nella tarda serata (ore 21,00) di sabato 28 novembre per l'Ufficio di Letture (Viglie). Questo primo appuntamento sarà presieduto dal vescovo Giovanni nella cattedrale di Massa Marittima (GR), successivamente, ogni sabato e il 7 dicembre, questo Ufficio sarà celebrato nella chiesa di cui sono parroco (ore 21) in Follonica (GR)
san Clemente I, papa e martire
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Orante sancto Clemente, apparuit ei Agnus Dei. Oremus onmes ad Dominum Jesum Christum, ut ostendat nobis Martyris sui corpus. Non meis meritis ad vos misit Dominus, vestris coronis participem fieri. Vidi supra montem Agnum stantem, de sub cuius pede fons vivus emanat. De sud cuius pede fons vivus emanat; fluminis impetus laetificat civitatem Dei. Omnes Gentes per gyrum crediderunt Chisto Domino. Dedisti, Domine, habitaculum Martyri tuo Clementi in mari, in modum templi marmorei, Angelicis manibus praeparatum, iter praebens populo terrae, ut enarrent mirabilia tua. Oggi la Chiesa propone la figura di san Clemente e l'antico ufficio di questo santo papa e martire ce lo fa ocnoscere con una preghiera così pura da esser capace di "vedere" l'Agnello di Dio. La visione di questo santo però invece che alienarlo nella perfezione dell'eternità lo rimanda all'impeto dell'evangelizzazione e al desiderio che ascoltavamo domenica scorsa espresso nella seconda lettura: ...
verso l'avvento
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Un piviale, per qualcuno un paramento quasi desueto, diversamente un abito utilissimo per non appiattire le celebrazioni della comunità cristiana. Un piviale per dire che la comunità è viatrice nel tempo ultimo. Un piviale "ciclamino" per gridare forte che l'avvento non è la quaresima; che l'avvento non è l'esequiale; che l'avvento non è una liturgia penitenziale: avvento è ... eccomi sto alla porta e busso. Tu che leggi mi permetterai di cantare un grazie senza fine alle mie carissime Pie Discepole che rivestono d'arte e splendore la liturgia e, con una sfumatura di colore, con un pizzico di lurex, con un taglio accurato e cuciture ben eseguite mi fa star bene mentre presiedo la preghiera della mia comunità cristiana. Non sono mai stato fan della famiglia paolina, ma devo ringraziare mille volte al giorno il Signore per aver suscitato nella sua chiesa lo spirito di don Alberione e per queste donne umili e meravigliose.
ho incontrato ,,,
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in questa cappella si raduna quotidianamente una comunità di Pie Discepole del Divin Maestro che stanno segnando la mia vita: età diverse, provenienze e stili spirituali diversissimi, un'unica passione: l'amore per Gesù. Le più giovani artisticamente attive, le malate e le anziane artiste della contemplazione: tutte dal cuore appassionato!
"... dal fico imparate la parabola ..." Mc 13, 28
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Chi può imparare dalla pianta di fico se non colui che possiede e ama quella pianta? Chi passa per la via ne vede solo il fogliame e, forse, la forma che l'insieme della pianta offre alla sguardo; o ne apprezza l'ombra camminando in un giorno assolato, ma la consistenza del suo ramo la conosce il proprietario. Dalla pianta di fico imparate la parabola, dice Gesù, quasi a dirci: "Impara la tua vita, proprio la tua, solo la tua ... quella che la sposa del cantico deve ammettere di non aver custodito ... allora dite al diletto quia amore langueo".
domenica XXXIII per annum
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Letture per l'Ufficio di Vigilie prima lettura: Ezechiele 16 seconda lettura: sant'Agostino sermone 46, 13 terza lettura: Ebrei 9, 1-15 Vangelo: Marco 13, 24-32 ad Ben.: Tunc videbunt Filium hominis venientem in nubibus, cum virtute multa et gloria. ad Magn.: Amen dico vobis, quia non praeteribit generatio haec, donec omnia fiant: coelum, et terra transìbunt, verba autem mea non transibunt, dicit Dominus.
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Sapientia 6,10 Qui enim custodierint iusta iuste, iustificabuntur; et, qui didicerint ista, invenient defensionem. Celebrando l'Eucaristia, questa sera, mi è rimasta nel cuore questa parola del libro della Sapienza. La traduzione italiana fa risuonare il ternine "santo" mentre è sorprendente il gioco su "iuste". E' fatto giusto colui che fa giustamente la giustizia. In questo ultimo squarcio di anno liturgico all'orecchio interiore subito risuona la Giustizia con cui Gesù ci Giustifica. La memoria liturgica di san Martino è così ancor più fulgida: Martino uomo giusto che opera la giustizia ancor prima di conoscere Cristo e, da lui afferrato, guida con giustizia il suo popolo conducendolo ad un vero progresso nella fede. Sia benedettoil tuo Nome, o Re eterno, che ci fai partecipi delle tue perfezioni.
san Martin de Porres
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Oggi la liturgia di offriva la possibilità di celebrare la memoria liturgica di un santo umile, dal cuore puro, ma non sprovveduto. Il suo ricordo mi fa bene al cuore e mi riporta alla mente persone care che hanno camminato con me nella via monastica. Compio oggi la mia missione di parroco con il cuore del monaco che ha un unico desiderio: che Cristo sia tutto in tutti. Quando scorgo negli occhi di un cristiano a me affidato, la lucentezza dell'incontro con la Parola fatta carne, credo che Dio ha, in me, glorificato il suo Nome. Al termine della giornata dedicata al suffragio di tutti i defunti ho aperto la serie delle catechesi-studio sulla lettera agli Ebrei. La mia diocesi l'ha proposta come anima dell'anno sacerdotale, ma man mano ne riascoltavo il testo, così com'è, mi rendevo conto che io non ho alcun sacerdozio se non quello stesso di Cristo. Non sono alter Christus, ma in Christo. Tutto è da Lui, per Lui e in Lui e in vista di Lui... dove andare lontano dal tuo ...
commemorazione di tutti i fedeli defunti
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Sulla scia della luminasa solennità di tutti i Santi - l'Ultimo; la Chiesa ci fa contemplare oggi il mistero della solidarietà tra i Viatori e i "Resurrecturi". Unico è il mistero della Vita in Cristo, unica la Redenzione che ci vivifica, unico l'Amore che, con i fratelli penitenti ci fa gridare: Maranatha! e con i fratelli glorificati: Amen, salvezza, gloria e potenza al nostro Dio e all'Agnello!
vigilie di tutti i Santi e anniversario della Dedicazione
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1 novembre primo anniversario della DEDICAZIONE
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Urbs Ierúsalem beáta, dicta pacis vísio, quæ constrúitur in cælis vivis ex lapídibus, angelísque coronáta sicut sponsa cómite, Nova véniens e cælo, nuptiáli thálamo præparáta, ut intácta copulétur Dómino. Platéæ et muri eius ex auro puríssimo; Portæ nitent margarítis ádytis paténtibus, et virtúte meritórum illuc introdúcitur omnis qui ob Christi nomen hic in mundo prémitur. Tunsiónibus, pressúris expolíti lápides suis coaptántur locis per manum artíficis; disponúntur permansúri sacris ædifíciis. Glória et honor Deo usquequáque altíssimo, una Patri Filióque atque Sancto Flámini, quibus laudes et potéstas per ætérna sæcula. Amen. Questo inno meraviglioso apre la solenne liturgia della sera nel ricordo della dedicazione della chiesa. La comunità che si percepisce come "Gerusalemme che viene dal cielo" guarda con stupore contemplativo la meraviglia della propria vocazione: pronta come sposa vergine per il talamo nuziale". La compagine della comunità stessa è simile alle ...
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In "dialoghi con il silenzio" Thomas Merton confessa: "Credi che io abbia una vita spirituale? Non ne ho nessuna. Sono indigenza. Sono silenzio. Sono povertà. Sono solitudine, perché ho rinunciato alla spiritualità per trovare Dio. ... Muoio di amore per te, Compassione: ti prendo come mia Signora, come Francesco sposò la povertà, io sposo te, Regina degli eremiti e Madre dei poveri". Condurre la vita monastica non è vestire un abito o correre al suono di una campana, è, forse, procedere nella vita lasciando che tutto resti dietro lungo la strada già percorsa.
san Bruno
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Nella colletta preghiamo che per huius mundi varietátes, tibi iúgiter vacémus. La vita di san Bruno ci fa percorrere la strada dalla cattedrale, al deserto delle foreste della Gallia. La mia vita ha percorso le strade di un paese medio, verso il deserto di una città in cui ho trovato l'artidità di cuori. Nell'immensità della città eterna ho po trovato la nostalgia degli alberti, e la voglia di essere potenti. La reiterazione della scelta della mitezza, mi ha ridonato la solitudine interiore. Ora "iugiter vacemus". Il futuro ... è affare di Dio che ha in solitúdine vocásti.
DOMENICA XXVII PER ANNUM
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lETTURE PER LE VIGILIE I notturno: Isaia 22, 1-14 II notturno: S. Agostino Commento ai salmi (in ps. 147,3) III notturno: Efesini 4, 25-5, 7 Vangelo: Marco 10, 2-12 Ant ad Ben: Sinite parvulos ad me venire, talium est enim regnum coelorum. vij.T. Ant ad Magn: Amen dico vobis, quisquis non recéperit regnum Dei velut parvulus, non intràbit in illud, dicit Dominus. viij. T.
Santi Angeli custodi
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In conspectu angelorum psallam tib, Deus meus. La spiritualità cristiana considera ampiamente la presena e il ministero degli angeli a favore degli uomini, a volte arriva a farne dei "protettori" che ti dovrebbero riparare l'irriparabile. C'è il desiderio non troppo velato di magia buona, un po' come Herry Potter. In diversi cori di monasteri gli stalli dei monaci sono decorati con angeli o putti. Nell'abbazia di Chiaravalle milanese c'è un grande affresco sul muro che regge il coro del Garavaglia che rappresenta il coro monastico e, al di sopra, il coro angelico. Gli angeli e gli uomini uniti nella lode dell'Altissimo. E sull'altro muro un altro affresco: gli angeli che, in una visione di san Bernardo, scrivono la preghiera di ogni monaco usando un inchiostro diverso per ognuno a seconda della devozione: oro, argento, acqua. Memento! sembrano voler dire gli affreschi, ma a distanza di anni, sono rimasto molto più legato alla contemporaneità della ...
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Hymnum Tibi, Christe, splendor Patris, vita, virtus córdium, in conspéctu angelórum votis, voce psállimus; alternántes concrepándo melos damus vócibus.
Collaudámus venerántes ínclitos archángelos, sed præcípue primátem cæléstis exércitus, Michaélem in virtúte conteréntem Sátanam.
Quo custóde procul pelle, rex Christe piíssime, omne nefas inimíci; mundos corde et córpore paradíso redde tuo nos sola cleméntia.
Glóriam Patri melódis personémus vócibus, glóriam Christo canámus, glóriam Paráclito, qui Deus trinus et unus exstat ante sæcula. Amen.
festa dei santi Arcangeli Michele, Raffaele e Gabriele
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Letture per le vigilie Primo notturno: Tobia 12, 6a-22 Secondo notturno: ex libris Moralium sancti Gregorii Magni, papae (Lib. 2, 9-10: SC 32, 137-138) Terzo notturno: Apocalisse 12, 1-17 Vangelo: Giovanni 1, 47-51 Deus, qui miro órdine Angelórum ministéria hominúmque dispénsas, concéde propítius, ut, a quibus tibi ministrántibus in cælo semper assístitur, ab his in terra vita nostra muniátur. Per Dóminum.
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Domenica XXVI per annum - anno B Antifone per i cantici evangelici ad Ben. Qui non colligit mecum, dispergit; et qui non est mecum, contra me est. ad Magn. Quisquis déderit vobis càlicem aquae in nomine meo, non perdet mercédes suam. Letture per l'ufficio di Vigilie I notturno: Michea 3, 1-12 II notturno: Dal trattato di Teodoreto di Ciro, vescovo De incarnatione Domini - PG 75, 1467-1470 III notturno: Efesini 4, 17-24 Vangelo: Marco 9, 38-43. 45. 47-48 Per coloro che amassero celebrare in lingua latina la Liturgia delle Ore suggerisco l'opera edita da Solesmes nel 1995: Lectionnaire monastique de l'office divin. Non segue in toto san Benedetto, ma l'uso invalso dopo Trento di mettere una seconda lettura patristica dopo il Vangelo. In questo Blog seguirò Solesmes con le "correzioini" secondo gli usi (...
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Con l'aiuto e la grazia di Dio, in questo blog vorrei venire incontro a quanti, come me, hanno sperimentato la bellezza della vita monastica e per mille motivi hanno dovuto fare delle scelte che li hanno portati a vivere fuori dal claustrum, ma non dalla schola Dominici servitii. Desiderrerei condividere la liturgia e la spiritualità, insieme al sentire cum Ecclesia.