verso Natale 3
Oh povero Adamo, che cerchi di più? Oh ingrato, l’iniquità non ti rumina in cuore? Tu dice: No”, anzi “sarò pari a Dio” (Gn 3, 5)! Oh ingrato! Dio ti ha creato a tal modo che tutte le creature o sono tue pari o a te inferiori; solo Dio è più alto di te, e tu sei geloso di questa superiorità? Dici: “Sarò pari a Dio!”. Insopportabile orgoglio! Sei stato formato con l’argilla e il fango (Gn 2, 7) e pretendi, nella tua insolenza, di essere pari a Dio? Forse il diavolo vedendo questo pensiero folle nel la tua mente, ti ha detto: “Te lo mostrerò io: mangiate e sarete come divinità!” (Gn 3,5) In questo modo l’orgoglio ha generato la disobbedienza. Questi due peccati, l’orgoglio e la disobbedienza, sono l’origine miseranda di tutti gli altri peccati. Oh Adamo, hai mangiato! Sì, hai mangiato [il frutto difeso]! E ora, ti prego, vieni a noi con la bella tunica di pelli che indossi, lasciaci ammirare le nuove ricchezze del nuovo dio! “Ecco, Adam è diventato come uno di noi!” (Gn 3, 22).
Bene, fratelli, Dio esige soddisfazione per quei due peccati. Non solo ma anche la restituzione del maltolto. Che aveva rubato, alla fin fine, Adam a Dio? Fatevi un po’ tornare alla mente l’uomo che vi ho raffigurato: un uomo libero, potente, felice! Tale doveva essere la sua discendenza, se non si fosse corrotta dal princio a causa del suo peccato. L’orgoglio umano ha, senz’ombra di dubbio, sottratto a Dio tutto quello che nella sua Provvidenza aveva creato per riparare le mura della città celeste. Da là, dagli stessi angeli, il rammarico verso l’uomo. Il sommo grado di beatitudine per gli angeli sta nel completamento della città santa, e questa conclusione è stata ritardata dall’uomo; e così , lo sappiamo, per quanto stava a lui è stato sconfitto. In più, il diavolo, che non dubita né della misericordia, né dell’onnipotenza di Dio, teme che Egli si muova a pietà, e perciò stesso usa con l’uomo non la giustizia, ma piuttosto il potere e la forza.
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