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Visualizzazione dei post da luglio, 2010

segnalazione

Oggi, e mi vergono alquanto come internauta, ho scoperto un blog che mi ha fatto esultare: http://liturgia-opus-trinitatis.over-blog.it/ il professor Matias Augé, stimato liturgista, con linguaggio puntuale, corretto e semplice; privo di quell'acredine che spesso accompagna i "blog liturgici" ci accompagna passo passo nel gustare la vita nello Spirito per ritus et preces. Suggerisco a voi che legggerte il mio piccolo blog di metterlo tra i vostri preferiti e di lasciarvi prendere dallo stupore di quanto sia esaltante partecipare ad unaliturgia che è opera di Dio con la cooperazione di uomini fragili. Inoltre vi segnalo un altro blog, in inglese, che riporta delle sequanze a dir poco meravigliose tratte molte volte dalle opere degli spirituali medioevali corredati da splendide foto: http://www.danielmitsui.com/hieronymus/

domenica XVIII per annum

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Adésto, Dómine, fámulis tuis, et perpétuam benignitátem largíre poscéntibus, ut his, qui te auctórem et gubernatórem gloriántur habére, et creáta restáures, et restauráta consérves. Questa colletta mi apre alla comprensione "altera" del vangelo di Luca proposto oggi (12, 13-21). Vien chiesto a Gesù: "Dì a mio fratello ...". L'orazione apre con FAMULIS, non sono ancora un familiare, ma mi presento come uno che lavora in casa e per la casa, sono uno che riceve il suo salario perché ha ben servito, magari la mia speranza arriva fino ad essere dichiarato LIBERTO, ma non ancora di famiglia. Chi presume di essere figlio di famiglia ha anche l'arroganza di pensare anzitempo all'eredità e a come gestirla. La mia eredità, tante volte ricordata nella Scrittura, non sarà mai veramente mia, è quasi impossibile che io la gestisca: la mia eredità è il Signore! Nulla di meno, come possederlo? Io famulum, che però godo infinitameente di una PERPETUAM BENIGNITATEM. Quest...

Lc 10,38-42

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San Benedetto nella Regola, al capitolo 53, tratta a lungo di come si accolgono gli ospiti al monastero. Sono indicazioni che non vengono seguite in nessun monastero. L'ospite non è più Cristo che ti visita, è l'amico che ti viene a trovare portando regali; è il familiare che sopperisce a quanto il cellerario non passa; il penitente o l diretto spirituale che passa ore e ore alla foresteria in dolce conversazione e poca conversione; è la persona che ha un nome tale che farà comodo alla comunità conoscere; è lo scocciatore che vuole capire perché tu, monaco, stai lì. Eppure san Benedetto da molta attenzione a come accogliere l'ospite, è l'abate stesso che se ne prende cura, e, innanzitutto li fa andare alla preghiera e dopo gli si lava i piedi (delicatezza massima! da Cenacolo!) e poi dopo gli si offre quanto necessita e che il monastero gli può offrire. Dapprima la preghiera. Chi arriva al monastero, chi bussa alla porta di un cuore credente ha un desiderio fondamentale...
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vi offro una composizione floreale che ha aiutato la mia comunità parrocchiale a vivere il grande mistero del Corpus Domini

Esercizi Spirituali 2010

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come ogni anno nel mese di giugno vado a Bose per frequentare il corso di esercizi spirituali dove le meditazioni sono offerte dal priore Enzo Bianchi. Eucaristia: vita del presbitero. Celebrazione della Vita. Ho trovato utilissimo il volumetto del priore: Presbiteri: Parola e Liturgia condivido con voi un'affermazione di Gregorio Magno che mi ha particolarmente illuminato, perché esprime bene quello che, senza alcun merito, vado vivendo da tanto tempo: "Molte cose nella Santa Scrittura che da solo non sono riuscito a capire, le ho capite mettendomi di fronte ai miei fratelli ... Mi sono reso conto che l'intelligenza mi era concessa per mezzo loro ... Grazie a voi imparo ciò che a voi insegno; infatti con voi ascolto ciò che a voi dico". Omelie su Ezechiele II, 2.1

Pasqua di padre André Louf

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la Comunità monastica di Bose ha dato notizia del transito di p. André Louf il 12 luglio nel monastero della sua professione a Mont de Cats. Non ho mai avuto modo di incontrarlo, ma ha segnato l'avvio della mia vita monastica. Ho conosciuto un suo discepolo, Benoit Simon, che trasudava da tutti i pori la vita vissuta insieme al maestro. Con lui ha condiviso anche un pellegrinaggio all'Athos e ne era stato trasfigurato. La sua memoria è in benedizione. Con una punta di invidia (sana) ascoltavo i racconti di Benoit, il ricordo di come offriva le omelia con voce calma con molto silenzio tra una frase e l'altra. Il ricordo degli incontri di noviziato sulla via cistercense, da cui poi ne trasse un volumetto prezioso. Per me giovane monaco in quel di Milano, dove si cercava di vivere con autenticità, dove non si voleva reprimere l'affettività, ma che tra tanti giovani l'equilibrio era sempre precario e facile preda di qualche avido vecchio e di qualche condiscepolo intrig...

una curiosità da sant'Antimo

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qual è il futuro della vita presbiterale in diocesi?

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La scarsità numerica, l'anzianità che avanza, il dovere dell'aggiornamento, il vescovo che è stato trasferito a Massa Carrara e quindi l'accoglienza di uno nuovo ... Come rispondiamo noi presbiteri a tutte queste sollecitazioni? ci è sembrato che "la vita in comune" sia una prospettiva da tenere in seria considerazione.

vita presbiterale

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I presbiteri del vicariato di Massa Marittima e Follonica hanno trovato come città rifugio il monastero di Sant'Antimo (SI), dove la preghiera della piccola comunità premostratense accoglie amorosa e fa vivere la fraternità nella condivisione della preghiera, della riflessione e dell'agape. il camminare inseme è migliore

10 luglio 1988 2010

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"fa che io viva il mistero che celebro all'altare