31 dicembre 2019
Mi sono accorto di aver acceso il registratore mentre già stavo parlando. Avevo iniziato riferendomi a questa citazione di Adriana Zarri.
Io non ho mai amato molto, Signore, questa sagra festaiola del capodanno che assume spesso toni sbracati e goffi, però con qualche punta di poetica inventiva come quando, in certe zone d'Italia, si gettano dalla finestra i cocci vecchi, quasi a significare la fine delle stanchezze e delle usure e celebrare l'inizio della novità.
Ecco, Signore, ciò che può dirci una festa in se stessa banale perché, in qualche modo, artificiosa. Cosa infatti si celebra? La fine e l'inizio di una ellisse astronomica che non finisce e non comincia, non ha punti privilegiati, stacchi, angoli o spigoli come altre figure geometriche. Un'ellisse, come un cerchio, è una linea continua che mal si presta alle scansioni.
Ogni punto è uguale all'altro, in un flusso continuo e senza onde; ogni giorno è il primo giorno e l'ultimo; ogni giorno è san Silvestro e ogni giorno è capodanno. Ciò nonostante noi di scansioni abbiamo pur bisogno; non abbiam fiato sufficiente per correre senza fermarci mai.
Ecco, Signore, ciò che può dirci una festa in se stessa banale perché, in qualche modo, artificiosa. Cosa infatti si celebra? La fine e l'inizio di una ellisse astronomica che non finisce e non comincia, non ha punti privilegiati, stacchi, angoli o spigoli come altre figure geometriche. Un'ellisse, come un cerchio, è una linea continua che mal si presta alle scansioni.
Ogni punto è uguale all'altro, in un flusso continuo e senza onde; ogni giorno è il primo giorno e l'ultimo; ogni giorno è san Silvestro e ogni giorno è capodanno. Ciò nonostante noi di scansioni abbiamo pur bisogno; non abbiam fiato sufficiente per correre senza fermarci mai.
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