sedonda domenica di quaresima
chiedo venia per il tanto tempo trascorso dall'ultimo post. Condivido con voi la celebrazione di vigilie che sarà vissuta dalla mia comunità parrocchiale questa sera.
V. Signore, apri le mie labbra,
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
Di seguito, senza antifona:
SALMO 3
INNO
1. Se Tu mi accogli, Padre buono
prima che venga sera,
se Tu mi doni il tuo perdono
avrò la pace vera.
Ti chiamerò mio Salvatore
e tornerò Gesù con Te.
2. Se nell'angoscia più profonda,
quando il nemico assale,
se la tua grazia mi circonda,
non temerò alcun male.
T'invocherò mio Redentore,
e resterò sempre con Te.
I NOTTURNO
1 ant. Ecco la generazione che cerca il tuo volto,
Dio di Giacobbe
SALMO 23
2 ant. Portami in salvo, Signore
SALMO 24
3 ant. Scrutami, Signore, mettimi alla prova.
SALMO 25
V. Dì al Signore: mio rifugio e mia fortezza,
R. Mio Dio in cui confido.
PRIMA LETTURA
Dal libro dell'Esodo
12, 1-14
Il Signore disse a Mosè e ad Aronne nel paese d'Egitto: «Questo mese sarà per voi l'inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell'anno. Parlate a tutta la comunità di Israele e dite: Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Se la famiglia fosse troppo piccola per consumare un agnello, si assocerà al suo vicino, al più prossimo della casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l'agnello, secondo quanto ciascuno può mangiarne. Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell'anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre e lo serberete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l'assemblea della comunità d'Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po' del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull'architrave delle case, in cui lo dovranno mangiare. In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco con la testa, le gambe e le viscere. Non ne dovete far avanzare fino al mattino: quello che al mattino sarà avanzato lo brucerete nel fuoco. Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. E' la pasqua del Signore! In quella notte io passerò per il paese d'Egitto e colpirò ogni primogenito nel paese d'Egitto, uomo o bestia; così farò giustizia di tutti gli dèi dell'Egitto. Io sono il Signore! Il sangue sulle vostre case sarà il segno che voi siete dentro: io vedrò il sangue e passerò oltre, non vi sarà per voi flagello di sterminio, quando io colpirò il paese d'Egitto. Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione, lo celebrerete come un rito perenne.
RESPONSORIO Cfr. Ap 5, 8. 9; 1Pt 1, 18. 19
R. Gli anziani si prostravano davanti all'Agnello e cantavano un canto nuovo: * Signore, ci hai riscattato per Dio con il tuo sangue.
V. Non a prezzo di argento e di oro fummo liberati, ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza macchia. * Signore, ci hai riscattato per Dio con il tuo sangue.
II NOTTURNO
1 ant. Signore mio Dio, a te ho gridate e mi hai guarito.
SALMO 29
2ant. Tendi a me il tuo orecchio, vieni presto a liberarmi.
SALMO 30
3 ant. Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto.
SALMO 31
V. Egli mi libererà dal laccio del cacciatore,
R. Dalla peste che distrugge.
SECONDA LETTURA
Dai «Discorsi» di san Cirillo di Alessandria, vescovo.
(Omelie pasquali. 19, 2 : PG 77, 823-826)
Gli Israeliti in Egitto immolarono un agnello secondo il comando e secondo gli insegnamenti di Mosè. Ebbero inoltre l'ordine di aggiungervi pani azzimi e lattughe selvatiche. Infatti così sta scritto: «Per sette giorni mangerai azzimi con erbe amare» (Es 13, 6-7). Forse che perciò anche noi saremo perpetuamente legati ai simboli e alle immagini? Che significano allora quelle parole di Paolo, che indubbiamente fu un esperto della Legge e fra i più insigni per sapienza, «sappiamo che la Legge è spirituale»? (Rm 7, 14). Sarebbe mai possibile dubitare di lui, che portava Cristo in sé, e che, ripeto, parlava rettamente e non avrebbe affermato alcunché di falso? E per qual ragione dovremmo sottometterci anche noi alla Legge antica, dal momento che Cristo ha affermato tanto chiaramente: «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà dalla Legge neppure un iota o un segno, senza che tutto sia compiuto. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno»? (Mt 5, 17-18; 24, 35). Quel vero agnello che toglie i peccati dal mondo si è dunque immolato anche per noi, che siamo chiamati alla santità mediante la fede.
Perciò accostiamoci con lui a quei conviti spirituali, sublimi e veramente santi, prefigurati in certo qual modo dagli azzimi prescritti dalla Legge, che devono essere accolti spiritualmente.
RESPONSORIO Es 12, 5. 6. 13; 1 Pt 1, 18-19
R. L'agnello sia senza difetto; tutta la comunità d'Israele lo immolerà al tramonto. * Il sangue sarà il segno: non vi sarà per voi flagello di sterminio.
V. Foste liberati con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia. * Il sangue sarà il segno: non vi sarà per voi flagello di sterminio.
III NOTTURNO
3 ant. Ecco il tempo della grazia,
ecco i giorni della salvezza:
in questi giorni presentiamoci come ministri di Dio,
con molta fermezza, nelle veglie,
nei digiuni e in un amore sincero.
CANTICO
Lam 5, 1-7. 15-17. 19-21
PREGHIERA NELLA TRIBOLAZIONE
Sopportando sempre e ovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo (2Cor 4, 10).
Ricordati, Signore, di quanto ci è accaduto, *
guarda e considera il nostro obbrobrio.
La nostra eredità è passata a stranieri, *
le nostre case a estranei.
Orfani siam diventati, senza padre; *
le nostre madri come vedove.
L'acqua nostra beviamo per denaro, *
la nostra legna si acquista a pagamento.
Con un giogo sul collo siamo perseguitati *
siamo sfiniti, non c'è per noi riposo.
All'Egitto abbiamo teso la mano, *
all'Assiria per saziarci di pane.
I nostri padri peccarono e più non sono, *
noi portiamo la pena delle loro colpe.
La gioia si è spenta nei nostri cuori, *
si è mutata in lutto la nostra danza.
E' caduta la corona dalla nostra testa; *
guai a noi, perché abbiamo peccato!
Per questo è diventato mesto il nostro cuore, *
per tali cose si sono annebbiati
i nostri occhi.
Ma tu, Signore, rimani per sempre, *
il tuo trono di generazione in generazione.
Perché ci vuoi dimenticare per sempre? *
Ci vuoi abbandonare per lunghi giorni?
Facci ritornare a te, Signore, *
e noi ritorneremo;
rinnova i nostri giorni *
come in antico.
V. Dimorerai all’ombra dell’onnipotente,
R. Troverai rifugio dalle insidie del male.
TERZA LETTURA
Dalla seconda lettera ai Corinzi di san Paolo, apostolo
3, 7-18
Fratelli, se il ministero della morte, inciso in lettere su pietre, fu circonfuso di gloria, al punto che i figli d'Israele non potevano fissare il volto di Mosè a causa dello splendore pure effimero del suo volto, quanto più sarà glorioso il ministero dello Spirito? Se già il ministero della condanna fu glorioso, molto più abbonda di gloria il ministero della giustizia. Anzi sotto quest'aspetto, quello che era glorioso non lo è più a confronto della sovraeminente gloria della Nuova Alleanza. Se dunque ciò che era effimero fu glorioso, molto più lo sarà ciò che è duraturo.
Forti di tale speranza, ci comportiamo con molta franchezza e non facciamo con Mosè che poneva un velo sul suo volto, perché i figli di Israele non vedessero la fine di ciò che era solo effimero. Ma le loro menti furono accecate; infatti fino ad oggi, quando si legge Mosè, un velo è steso sul loro cuore; ma quando ci sarà la conversione al Signore, quel velo sarà tolto. Il Signore è lo Spirito e dove c'è lo Spirito del Signore c'è libertà. E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore.
RESPONSORIO 2 Cor 3, 18; Fil 3, 3
R. Noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, * veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria.
V. Noi che rendiamo culto mossi dallo Spirito di Dio e ci gloriamo in Cristo Gesù, * veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria.
VANGELO
Dal vangelo secondo Luca
9, 28b-36
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quel che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all'entrare in quella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo».
Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono ad alcuno ciò che avevano visto.
Amen.
INNO: TE DECET
ORAZIONE
O Padre,
che ci chiami ad ascoltare il tuo amato Figlio, +
nutri la nostra fede con la tua parola *
e purifica gli occhi del nostro spirito, +
perché possiamo godere
la visione della tua gloria.
Per il nostro Signore. Amen.
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